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“Made in Italy”, il modello vincente della concia

L’industria conciaria è uno dei modelli vincenti del “made in Italy”.

Un successo, nel segno della qualità delle materie prime e dello stile del prodotto finale, riconosciuto nel mondo sia in termini di valore economico (65% a livello UE, 23% sul totale mondo) che per l’elevato sviluppo tecnologico, la mission ambientale e la capacità innovativa in termini di design stilistico. In Italia il settore si concentra in tre aree industriali (Veneto, Toscana e Campania), dove sono impiegati circa 18mila addetti in oltre 1.100 aziende, per un fatturato annuo pari a 4,6 miliardi di euro (73% destinato all’export).

Nonostante il settore della concia richieda continui investimenti in tecnologia e innovazione, la lavorazione della pelle e del cuoio avviene ancora oggi in maniera artigianale. Anche negli stabilimenti e nelle realtà industriali più grandi e organizzate, l’abilità e la manualità degli operatori rappresentano il valore aggiunto che rende la pelle un materiale unico e pregiato. Il processo produttivo conciario può essere sostanzialmente diviso in tre grandi fasi: la concia, la riconcia e la rifinizione. Tutte le operazioni di concia servono a stabilizzare la pelle e vengono effettuate con l’impiego di grosse lavatrici chiamate bottali, un cilindro ruotante intorno al proprio asse nel quale vengono immessi acqua, pelli e reagenti chimici. Esistono diversi tipi di concia della pelle: la più diffusa è quella al cromo, utilizzata per qualsiasi tipo di prodotto, ad eccezione delle calzature.

Al termine della concia, la pelle si presenta di colore verde-azzurro, da cui deriva la denominazione wet blue. Quella più antica è la concia al vegetale che avviene attraverso l’uso di tannini vegetali che danno al cuoio conciato tonalità del marrone più o meno intense. La fase della riconcia comprende una serie di trattamenti chimici e meccanici della pelle, propedeutici alla sua commercializzazione. E’ il caso della pressatura, un’operazione meccanica con la quale viene eliminata la maggior parte dell’acqua che imbeve la pelle conciata. La spaccatura della pelle viene invece effettuata dopo il calcinaio o dopo la concia al cromo.

Con la rasatura della pelle, tutta la superficie della pelle acquista uno spessore uniforme, mentre con le operazioni di tintura ed ingrasso, la pelle acquisisce il colore desiderato e la giusta flessibilità e morbidezza, ottenuta anche con un macchinario per la battitura meccanica. Il ciclo di riconcia si completa con l’asciugatura della pelle che può avvenire con la semplice esposizione all’aria o con l’utilizzo di speciali piastre di acciaio riscaldate e sottovuoto. La fase finale, quella della rifinizione, comprende tutte le operazioni effettuate sulla pelle asciutta per modificarne la superficie dal punto di vista estetico e funzionale.

Può essere meccanica o chimica: nel primo caso viene effettuata per lucidatura della superficie (con una ruota di velluto), oppure per stiratura e placcatura per ottenere una superficie piatta e liscia. Con la rifinizione chimica, la superficie della pelle viene ricoperta con un film, sintetico o naturale, di coloranti, perle, vernici. E’ previsto l’utilizzo di rulli, velatrici e spruzzi. La stiratura della pelle, infine, garantisce il tono di brillantezza desiderato.

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