E’ la somministrazione di lavoro il contratto con il più alto tasso di occupabilità: il dato emerge da una ricerca dell’Università Roma Tre presentata ad un evento organizzato da Assolavoro. Basti pensare che la probabilità di rioccupazione, entro 30 giorni, dei lavoratori in somministrazione è del 55%, quasi doppia rispetto a quella dei contratti a termine standard. Il dato è confermato anche con una analisi a distanza di 60 nonché di 90 giorni dalla scadenza contrattuale, con la percentuale sale fino al 68,9%.
Dalla ricerca “Il lavoro in somministrazione negli ultimi dieci anni” realizzata dall’Università romana con LabChain ﴾Centro interuniversitario di studi avanzati su innovazione tecnologica, blockchain e politiche del lavoro) emerge che, tra le varie classi di età, la probabilità di rientro dopo un contratto in somministrazione è sempre superiore di circa 20 punti percentuali rispetto ai contratti direttamente subordinati. Il divario è ancora maggiore ﴾26 punti
Il lavoro in somministrazione, come dimostrano anche i dati della ricerca dell’Università Roma Tre, rappresenta la forma contrattuale con maggiori tutele e con migliori prospettive per chi entra o rientra nel mondo del lavoro. È di fatto un modello inclusivo.
FONTE: quotidiano.net